Giovedi
15 marzo la nostra comunità parrocchiale si è
recata a Fisciano, al Monastero delle Monache Carmelitane
dietro loro invito, per partecipare alla novena in preparazione
alla Solennità di S. Giuseppe, loro patrono.
Ha preso parte al pellegrinaggio un nutrito numero di persone. Dopo
l’arrivo al Monastero ha avuto luogo un momento di preghiera,
presieduto dal nostro parroco, all’interno del quale si è
meditati sulla figura di S. Giuseppe, sollecitati dal testo di don
Tonino Bello, vescovo di Molfetta, Lettera
a Giuseppe, in cui l’agile penna di uno dei profeti
dei nostri giorni riesce a mettere efficacemente a confronto 2 stili
di vita diametralmente opposti, quello della nostra società
dei consumi, dell’usa e getta e quello dei tempi di Giuseppe.
Immaginando di trovarsi nella bottega del falegname più famoso
del mondo,don Tonino trova lo spunto per un confronto fra due modi
dell’uomo di rapportarsi con la quotidianità e con
gli altri. Osservando la cura con cui San Giuseppe pialla il legno
per ricavarne una sedia ,che risulterà preziosa proprio per
la cura ed il tempo impiegato dal suo costruttore, don Tonino riflette
su come la produzione in serie di oggi sia un sintomo del bisogno
dell’uomo moderno di possedere sempre di più.
Anche nel rapporto tra le persone c’è il bisogno di
primeggiare, per cui se una persona non è più in grado
di competere la si emargina, come un oggetto vecchio. Al contrario
San Giuseppe duemila anni fa, coraggiosamente e gratuitamente ha
condiviso il progetto di Maria , madre di Gesù, colui che
ha insegnato al mondo che amare è donare. A me piacciono
tanto tutti gli scritti di don Tonino, ma ho scelto proprio questo
perché ci parla di Giuseppe, figura umile e discreta che
pur vivendo nell’ombra emana una luce interiore che rende
indispensabile la sua presenza nella storia della nostra salvezza.
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